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Ieri sono tornata al Vigorelli per assistere ai test di collaudo della pista dello storico velodromo Maspes, in cui CityLife e Comune di Milano stanno ultimando i lavori di recupero della copertura dell’impianto e della pista, che ha registrato negli anni le imprese di campioni intramontabili come Coppi e Moser.

A rientrare in questo gioiello di storia del ciclismo ho provato una forte emozione, su questa pista ho mosso le mie prime pedalate da ragazzina. Saranno passati quasi 20 anni da allora ma il naso resta all’insù ad ammirare le curve ripide su cui hanno dato spettacolo i più grandi ciclisti di tutti i tempi. Vedere Francesco Moser nel corso della mattinata girare con la bicicletta con la quale ha segnato proprio al Vigorelli il record dell’ora del 1986 per l’ultima fase di test e soprattutto tanti giovani insieme ad uno stayer è stato quasi un flashback.

Tra i tanti commenti raccolti, quello che mi ha impressionato di più nella sua verità e concretezza è stato quello del maestro di Cambiago Ernesto Colnago, che ogni anno destina 50 suoi gioelli ai centri italiani che avviano all’attività su pista i nostri giovani. «Senti che aria si respira in questo posto? Non esiste una pista più bella di questa… Ora che è stata rimessa in piedi portiamoci i ragazzi, altro che discoteca, vengano qui a stancarsi per bene».

Io che proprio in sella ad una Colnago rossa ho provato per la prima volta una bici a scatto fisso e respirato l’aria di questo velodromo unico sono assolutamente d’accordo. Non c’è miglior palestra di vita di due ruote e una pista che trasuda storia da ogni listello di legno. Anche se sei poco più di una bambina e con gli occhi sgranati guardando la pendenza delle curve chiedi al tuo allenatore: “Davvero devo salire là sopra?”.

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