Ieri ho provato per tuttoBICI la Granfondo Strade Bianche By Trek in sella alla bella, veloce e leggera Trek Silque SLR 6. Dopo aver assistito alla gara dei professionisti, ispirata dalle cavalcate vincenti di Michał Kwiatkowski e di Elisa Longo Borghini, mi sono buttata nella mischia insieme ad altri 5.000 folli che hanno trascorso la domenica faticando sotto una pioggia incessante.
Agli occhi degli spettatori saremo sembrati davvero dei matti, invece per tutti i partecipanti penso di poter dire sia stata un’esperienza memorabile, resa ancora più epica dal maltempo. I sorrisi e le battute, anche di chi era costretto a spingere la bici su qualche strappo sterrato più pendente degli altri, ne sono la prova. Con il sole sarebbe stato tutto più semplice, ma testarsi sulle crete senesi, tra un mangia e bevi e l’altro (non mi riferisco solo ai ristori ben riforniti con the caldo, lattine di red bull, sali, banane, fichi secchi, panini, barrette Named Sport e qualunque altro ben di dio), è stata davvero un’esperienza impagabile.
Sia chi ha scelto il percorso lungo (129,8 km per un dislivello totale di 1350 m) che chi, come la sottoscritta, ha optato per il corto (77 km – 950 m) ha inoltre avuto l’opportunità di pedalare fianco fianco a campioni del calibro di Fabian Cancellara e degli ex compagni della Trek – Segafredo, ma anche di ex celebri e amati come Paolo Bettini, Johann Museuuw, Ivan Basso, Andrea Tafi, Alessandro Ballan, Andrea Ferrigato, Alessandra Cappellotto, Cristian Salvato, Andrea Noè e chissà quanti altri non ho riconosciuto tra caschi e mantelline.
L’arrivo nella stupenda Piazza del Campo merita tutta la fatica accumulata. Basta guardarsi intorno e ammirare uno dei centri più belli d’Europa, prima di scattarsi un’immancabile foto ricordo e rendersi conto di avercela fatta. Dopo una bella doccia, ci si ritrova tutti al pasta party, che per l’occasione ha incluso i localissimi pici all’etrusca e la pappa al pomodoro. La giusta conclusione di una giornata da leggenda va condivisa con gli altri partecipanti che hanno domato le strade bianche senesi. Riconoscerli è facile, un po’ di terra ce l’hanno ancora addosso e, anche se si sono lavati per bene, oramai ce l’hanno dentro.
G.
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